dal MontichiariWeek
di venerdì 12 gennaio 2017 (pag. 29)
articolo di Alessia Gessa
REFERENDUM Il Consiglio provinciale ha deliberato in favore della fattibilità.
del referendum. Soddisfatto Andrea Grasso di «Sinistra per Borgosatollo».
«Le firme raccolte a Borgosatollo non sono andate perdute» ha commentato Andrea Grasso del gruppo politico «Sinistra per Borgosatollo». Proprio poche settimane fa il Consiglio provinciale ha deliberato, non senza alcune polemiche, che il referendum
sull’acqua si farà, con 9 voti
favorevoli e 5 astenuti (Lega e Forza
Italia). In una domenica
compresa tra il 30 aprile e il
30 giugno il presidente della
Provincia indirà il referendum
con apposito decreto e la
popolazione bresciana sarà chiamata
a decidere riguardo la gestione del
servizio idrico: in particolar
modo se questa dovrà essere affidata
ad una società «mista» quindi a maggioranza pubblica con una piccola partecipazione privata (come deliberato inizialmente dal Consiglio Provinciale) oppure se dovrà restare completamente in mano pubblica, così come scelto dai cittadini con il referendum del 2011. «In consiglio si è molto parlato della spesa che si dovrà affrontare: mancando risorse, il necessario impegno di spesa potrà essere effettuato solo all’avvenuta approvazione del bilancio di previsione
2018. Ma condivido a pieno quanto sottolineato dal consigliere provinciale Marco Apostoli della lista «Provincia bene comune» e
cioè che quando c’è in ballo un
diritto dei cittadini e la
libertà di espressione non ci
sono soldi sprecati. Si tratta
di una decisione di primaria importanza
che riguarda la vita dell’intera
Provincia».
Il quesito presentato dal «Comitato referendario Acqua Pubblica» è chiaro e mira a ristabilire la volontà popolare che si era già espressa in favore dell’acqua pubblica: «Volete voi che il gestore unico
del Servizio idrico Integrato per
il territorio provinciale di Brescia rimanga integralmente in mano pubblica, senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?».
Nel
2011 per il referendum abrogativo sono stati spesi circa un milione e 800 mila
euro.
«A Borgosatollo nel settembre 2016 abbiamo raccolto 50 firme - ha concluso Grasso - un numero non indifferente se rapportato alle 500 raccolte su tutto il territorio provinciale dal Comitato di riferimento,
senza togliere che ben 50 consigli comunali hanno deliberato a favore di questo referendum».