«I
sindacati si autoriformino o lo faremo noi quando saremo al Governo». Parole
già sentite in questi anni da parte di vari esponenti politici, ma stavolta a
pronunciarle è Luigi Di Maio, candidato alla Presidenza del Consiglio per il
Movimento 5 Stelle. L’intento, chiaro e inequivocabile, è limitare gli spazi
democratici e di rappresentanza, come se la melma nella quale naviga il nostro
Paese fosse causata dai sindacati.
A Di
Maio suggerisco di rileggersi la Costituzione, la stessa che dice di aver
difeso il 4 dicembre, la stessa che Stefano Rodotà (che il popolo pentastellato
votò come Presidente della Repubblica) ha difeso fino all’ultimo dei suoi
giorni. A Di Maio suggerisco anche di un corso di diritto per capire la
Costituzione. Riguardo
alla libertà sindacale, infatti, pare che Di Maio non abbi capito un granché, o forse ha capito tutto fin troppo bene, perciò provo lo stesso a riportare di seguito gli articoli 18
e 39 della Costituzione Italiana che regolano la libertà di partecipazione e
sindacale.
ART. 18
[I] I cittadini hanno diritto di
associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai
singoli dalla legge penale.
[II] Sono proibite le associazioni
segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante
organizzazioni di carattere militare.
Il primo comma dell'art. 18 della
costituzione sancisce la libertà di associazione che, a sua volta si articola:
a) nella libertà di costituire
un'associazione;
b) nella libertà di entrare a far
parte di un'associazione;
c) nella libertà di recedere da
un'associazione.
ART. 39
L'organizzazione sindacale è
libera.
Ai sindacati non può essere
imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o
centrali, secondo le norme di legge.
È condizione per la registrazione
che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base
democratica.
I sindacati registrati hanno
personalità giuridica. Possono, rappresentati unitariamente in proporzione dei
loro iscritti, stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia
obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto
si riferisce.
Potrei
poi soffermarmi sull’idea di lavoro avanzata da Di Maio, lo smart nation, o
sull’abbassamento dei costi del lavoro ma non vorrei infierire troppo. Non è
bello sparare sulla croce bianca.
Nessun commento:
Posta un commento