Compagne e compagni,
il 2017 è un anno
molto importante per noi lavoratori precari. Quest’anno festeggiamo (si fa per
dire eh) il ventennale della Legge che ha dato vita ai nostri contratti: la
Legge 196 del 1997 che istituisce il lavoro interinale in Italia. Fu il primo
passo verso una precarizzazione del lavoro e dell’essere umano: milioni di
lavoratori non più considerati persone ma merce di scambio tra un’impresa fornitrice
e un’impresa utilizzatrice.
Nel 2003 un nuovo
cambiamento, una nuova fregatura, una nuova legge, stavolta firmata dall’allora
Ministro del Lavoro, e oggi Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.
Quell’anno nacquero i buoni lavori, i voucher. “Per colmare il lavoro nero e
proteggere le categorie più deboli” ci dicevano, ma non era sufficiente così il
quarto Governo Berlusconi estese l’applicazione dei voucher a tutti i soggetti.
Insomma, possiamo
dire che il mercato del lavoro oggi sia paragonabile a un grande discount dove
a essere esposti non sono i prodotti alimentari, ma persone in cerca di
un’occupazione e dove a fare la spesa si recano padroni che vogliono pochi
problemi che cercano di acquistare al minor prezzo.
Quanti problemi che
ci facciamo noi giovani bamboccioni che non vogliamo uscire di casa, ancora
fermi alla monotonia del posto fisso accanto a mamma e papà. Dobbiamo abituarci a
cambiare continuamente e da oggi è possibile diventando imprenditori di se
stessi con la partita Iva. La partita Iva è bellissima, lo dice anche la
pubblicità in televisione: se ho la partita Iva, per esempio, la Tim mi offre
Giga, chiamate e messaggi illimitati, per me e per i miei clienti. Non è
fantastico!? Inoltre lo Stato mi propone un
regime fiscale agevolato per due anni durante i quali pago poca Irpef.
Forse il posto fisso è davvero monotono e noioso. Mi sono
convinto: faccio anch’io la partita Iva così avrò gli sconti sui telefonini
ultimo modello e magari anche sulle automobili.
Però i contributi chi me li paga? E se mi ammalo? Se non
lavoro perché ho subito un infortunio chi mi ha commissionato il lavoro mi
pagherà lo stesso? Confermerà il rapporto di collaborazione? E le ferie?
Dal 14 marzo di
quest'anno il Jobs Act esiste anche per le partite Iva! In cosa consiste? Il Decreto di Legge sul lavoro autonomo e agile riconosce
il lavoro agile come modalità di svolgimento di quello subordinato, ma non è
ricondotto direttamente al sistema della contrattazione collettiva. Sono quindi
d’accordo con Tania Scacchetti della Segretaria Nazionale quando dice che si
trattava di un’opportunità che poteva essere
sfruttata meglio. Sono ancora tante le criticità: dall’inclusione nella platea
dei destinatari dei collaboratori coordinati e continuativi, che rischiano di
vedere arretrare le proprie tutele reali soprattutto in tema di maternità,
all’assenza di strumenti di tutela per i soggetti più deboli del lavoro
autonomo, quali equo compenso, sostegno al reddito, diritti sindacali.
Per quanto mi riguarda, e per farla
breve, penso che il Jobs Act per il lavoro autonomo sia coerente con le forme
di lavoro confezionate negli anni che vogliono lavoratori con sempre meno
diritti e più facilmente ricattabili.
Ma i tempi cambiano
velocemente e come diceva il buon Matteo Renzi, “Il futuro è adesso”.
L'avvenire e il progresso ha un nome si chiama Industria 4.0. Tanti ne parlano
e ne decantano le potenzialità di quella che potrebbe essere la nuova
rivoluzione industriale, ma sarà davvero così? Sono un appassionato del
digitale, mi occupo di social e cerco di restare aggiornato il più possibile
sul tema. Un paio di mesi fa ho partecipato a un corso sull’Industria 4.0 organizzato a Milano da Confindustria
Giovani. Quante belle storie che ho sentito!! E quanti giovani che ce l’hanno
fatta a realizzarsi nel mondo del lavoro grazie al progresso tecnologico!!
C’era persino Marco Gay, l’ex Presidente dei giovani imprenditori, che ha detto
di non avere paura di bussare alla loro porta perché loro ci credono davvero e
sono disposti ad aiutare. E così ho provato a bussare, o meglio a telefonare
alla sede di Brescia (fosse mai che trovassi qualche cliente per questa mia
partita iva). Ho parlato di social management ma nessuno sapeva di cosa stessi
parlando. Illuso io che ci ho creduto, e allora mi son detto: “Questa Industria
4.0 cos’è? Non sarà semplicemente un modo per sostituire i lavoratori con le
macchine e la tecnologia?”.
E allora cosa fare? Non
dobbiamo più abituarci a questi contratti di lavoro precari e atipici che non
danno diritti e soprattutto non danno sicurezze ai tanti che vorrebbero
progettare la propria vita. Nessuna possibilità di finanziamenti per un
cellulare, figuriamoci per una macchina o addirittura una casa!!
È necessario mettere in
discussione le politiche in tema di lavoro attuate negli ultimi vent’anni e
lottare con forza all’approvazione della Carta Universale dei Diritti promossa
dalla CGIL, da noi!! Una soluzione semplice, ma altrettanto complicata: ecco
perché ci sarà bisogno di un nuovo grande sforzo da parte di tutti noi per far
conoscere la nostra proposta e riportarla nelle piazze supportata da milioni di
firme raccolte.
La strada è in salita, ma
sono orgoglioso di far parte della CGIL e poter dire che il nostro Sindacato
abbia deciso di percorrerla.
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