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“Come si sconfigge la mafia?” “Cosa possiamo fare noi
cittadini?” Queste sono due domande frequenti e ridondanti come un ritornello
estivo che si sentono a ogni dibattito sulla mafia. Le risposte sono pressoché
identiche tutte le volte, eppure la situazione è sempre la stessa. Anzi,
peggiora di elezioni in elezioni: sempre più cittadini decidono di non andare a
votare pensando che il non voto sia un atto di protesta, ma non capiscono che
così facendo delegano soltanto i problemi ad altri, indebolendo le tante
persone per bene (la maggior parte) che s’impegnano a vivere onestamente.
Le amministrative da poco concluse evidenziano ancor di
più la gravità della situazione. Alle urne, infatti, si sono recati soltanto il
60,07% degli aventi diritto al voto. Un dato che conferma il calo rispetto alle
amministrative del 2012 quando a votare si recò il 68% della popolazione.
Il voto è importantissimo e lo sono ancor di più le preferenze tramite le quali
si ha la possibilità di scegliere il candidato o la candidata che più ci
rappresenta. Non servono complicate operazioni matematiche per capire che più
l’affluenza alle urne è bassa, più è facile per chi controlla il territorio,
anche al nord e spesso nei piccoli Comuni, far eleggere in Consiglio comunale
un rappresentante di proprio gradimento che all’occorrenza saprà cosa fare.
Nonostante ciò e nonostante le innumerevoli informazioni
e notizie diffuse relative a inchieste giudiziarie, si continua a chiudere gli
occhi o a votare il politico più “conveniente”. È quanto accaduto a Trapani,
dove due candidati indagati, Antonio D’Alì e Girolamo Fazio, hanno preso
rispettivamente il 23,54% e il 32,28% dei voti. Il candidato Fazio andrà al
ballottaggio a differenza del candidato D’Alì che, però, può consolarsi sapendo
di aver trascinato Forza Italia a essere il primo partito della città.
Ma chi sono Antonio D’Alì
e Girolamo Fazio?
Antonio D’Alì, è Senatore della Repubblica e candidato sindaco per Forza
Italia. Su di lui pende un’attesa di un giudizio della Corte di Cassazione su
un processo per concorso esterno in associazione mafiosa. Il 23 settembre 2016
la Corte d’Appello di Palermo lo assolse per i fatti successivi al 1994 e
dichiarava prescritti quelli precedenti, confermando quindi la sentenza di
primo grado. Il 18 maggio 2017 la DDA di Palermo richiede al tribunale per il
politico siciliano, candidato sindaco nella sua città natale, la misura del
soggiorno obbligato a Trapani, in quanto socialmente pericoloso, che verrà
discussa in luglio.
Girolamo Fazio, già sindaco dal 2001 al 2012 e sostenuto da alcune
liste civiche e dall’UdC, invece, è stato arrestato nel bel mezzo della
campagna elettorale (poi rimesso in libertà ma resta indagato per corruzione e
traffico di influenze). Lo stesso Fazio era anche deputato dell’Assemblea
Regionale Siciliana dalla quale è stato sospeso dopo l’arresto.
(Fonte: IlFattoQuotidiano.it)
Siamo un Paese libero e ognuno di noi può scegliere di
non votare, ma una cosa è fondamentale tenerla a mente: possiamo decidere di
non occuparci di politica e di mafia, ma ricordiamoci che la politica e
soprattutto la mafia si occuperanno sempre di noi.
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