Nella mattinata di martedì 4 aprile la cittadina Khan
Shaykhun (città della Siria nord-occidentale appartenente alla provincia di
Idlib situata vicino al confine con la Turchia) è stata bombardata con armi
chimiche che hanno causato la morte di almeno 74 persone, quasi tutte civili e
in maggioranza fra donne e bambini.
L’attacco, iniziato poco dopo le sei di mattina, è stato
fatto utilizzando, presumibilmente, armi chimiche contenenti il gas sarin, un
tipo di gas nervino che agisce rapidamente ed è molto più letale del cloro, già usato proprio in Siria. Secondo Medici Senza Frontiere, però, pare che le vittime siano state esposte a
due sostanze chimiche diverse. Inoltre, dopo qualche ora è seguito un secondo
attacco, stavolta con armi convenzionali, che ha colpito i soccorritori delle
vittime e gli ospedali che avevano accolto molti feriti.
Le immagini strazianti hanno fatto presto il giro del
mondo scatenando l’indignazione generale delle persone e dure reazioni degli
Stati uniti e dei maggiori Paesi alleati contro il regime di Assad, ritenuto colpevole
dell’attacco.
A distanza di soli tre giorni un nuovo attacco, stavolta
da parte degli Stati Uniti e voluto dal Presidente Donald Trump. Sessanta
missili lanciati da due portaerei americane di stanza nel Mar Mediterraneo
contro la presunta base militare dalla quale sarebbero partite le bombe
chimiche.
La guerra è ufficialmente iniziata, anche se, a dire il
vero, in Siria la guerra è cominciata 15 marzo 2011. Ma in fondo cosa importa della guerra in Siria? Quel che
conta era dare “Una risposta motivata a un crimine di guerra”. Questo è stato
il primo commento del Presidente del Consiglio Gentiloni che ha poi
sottolineato che gli USA hanno definito l’attacco “Un’azione puntuale e
limitata e non come una tappa di escalation militare”. L’augurio, ha concluso
Gentiloni, è che l’attacco americano serva a favorire il negoziato con la Siria
al fine di trovare una soluzione duratura.
E come non credere tutti a Mister Donald Trump che già
nel mese aveva annunciato un incremento del 10% della spesa militare per il
2018?
In questi giorni, nei quali le immagini stanno girando su
tutti i canali mediatici, ci sentiamo tutti improvvisamente più umani, come del
resto accade dopo ogni tragico evento.
Noi, però, viviamo in Italia e possiamo stare tranquilli
perché “L’Italia ripudia la guerra” recita l’articolo 11 della Costituzione
difesa non più di qualche mese fa. Non lanceremo alcun missile, perciò non
dobbiamo preoccuparci. Al nostro Paese è stato chiesto “solo” il supporto
logistico nel Mar Mediterraneo e subito il nostro Governo ha obbedito.
Assad resta comunque un criminale di guerra il cui regime ha già causato troppe vittime, ma stavolta siamo sicuri che l'unico criminale sia lui e non ce ne siano più di uno?
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