Il
30 aprile del 1982 venivano uccisi da cosa nostra Pio La Torre, politico del
PCI e sindacalista, e Rosario Di Salvo, compagno e politico del PCI.
Alle nove del mattino Pio La Torre, insieme a Rosario Di
Salvo, sta raggiungendo in auto, una Fiat 132, la sede del partito. In via
Turba, di fronte la caserma Sole, si affiancano alla macchina due moto di
grossa cilindrata: alcuni uomini mascherati con il casco e armati di pistole e
mitragliette sparano decine di colpi contro i due. La Torre muore all’istante
mentre Di Salvo ha il tempo di estrarre la pistola e sparare alcuni colpi in un
estremo tentativo di difesa (fonte: Centro Studi Pio La Torre).
Pio
La Torre è l'unico deputato a esser stato ucciso dalla mafia mentre era nel
pieno delle sue funzioni di parlamentare. Un omicidio dovuto al suo impegno
politico e al contrasto di cosa nostra. È a Pio La Torre, infatti, che si deve
la legge sulla confisca dei beni mafiosi e l’introduzione del reato di
“associazione mafiosa”, una legge postuma rispetto alla sua morte e approvata
come risposta a Cosa Nostra.
Le
denunce di Pio La Torre furono numerose con tanto di nomi e cognomi. Nel 1976
fu tra i redattori, insieme ai compagni del Partito Comunista Italiano e al
deputato indipendente Cesare Terranova, della relazione di minoranza dellaCommissione antimafia, che accusava duramente metri di spicco della Democrazia
Cristiana siciliana come Giovanni Matta, Giovanni Gioia, Vito Ciancimino e
Salvo Lima.
A
Pio La Torre si deve anche un altro strumento contro le mafie che fu inserito
nella stessa relazione di minoranza: una proposta di legge che prevedeva
l’introduzione nel diritto penale di un nuovo articolo, il 416 bis, che
introduce il reato di associazione mafiosa.
Ad
animare le battaglie di Pio La Torre non furono soltanto le lotte contadine e
il contrasto a cosa nostra, ma anche la nonviolenza. Nel 1981, quando si
trasferì in Sicilia dopo l'esperienza a Roma come deputato, si concentra sì
sulla lotta a cosa nostra, ma anche all'organizzazione di un movimento di
protesta contro la decisione del Governo di installare alcuni missili nucleari
per conto della Nato presso la base militare di Comiso, in provincia di Ragusa.
Il
suo impegno contro la guerra e contro cosa nostra fu tragicamente interrotto
nell'aprile del 1982, ma il lavoro svolto di Pio La Torre è proseguito e dovrà
continuare.
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