"Purtroppo,
ancora una volta a Roma il corteo dell’Anpi è diventato elemento di divisione
quando dovrebbe essere invece l’occasione di unire la città intorno ai valori
della resistenza e dell’antifascismo. Per questo, come già l’anno passato, non
parteciperemo“. Il commento non arriva da un esponente di CasaPound o Forza
Nuova, ma dal Presidente del Partito Democratico Matteo Orfini.
Ma in fondo c'è poco da stupirsi perché l'uscita di Orfini è soltanto l'ultima delle tante che confermano la natura del PD quale partito non di sinistra. Prima del Presidente Dem era già arrivata la Ministra Boschi quando un anno fa disse che i partigiani veri, quelli che hanno combattuto, avrebbero votato sì alla riforma costituzionale.
La
presa di posizione dell'Anpi sul referendum costituzionale e la vittoria del
fronte del NO hanno lasciato ferite ancora aperte nel PD che non perdona e ora
definisce divisivi tutta l'Anpi, senza distinzione.
Siamo davanti all'ennesima conferma che il PD non ha nulla di sinistra ed è ora di prendere le distanze in maniera netta e decisa. Le parole di questi giorni fanno soltanto eco alle politiche attuate negli ultimi anni che hanno distrutto il mondo del lavoro con il Jobs Act e l'abolizione dell'articolo 18.
Starò
con l'Anpi senza alcun dubbio perché rappresenta un baluardo democratico contro
ogni rigurgito fascista e antidemocratico. Starò con i partigiani che
parteggiano, nel vero senso della parola, a fianco degli ultimi. Starò con
l'Anpi con convinzione e non starò né ora né mai con chi vede in Briatore un
guru economista e parteggia, invece, con Marchionne.
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