Da 22
anni il 21 marzo è ricordato come la giornata della memoria e dell'impegno in
ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Una giornata promossa
dall'associazione "Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le
mafie" che da anni è coordinata da Don Ciotti. Da quest'anno sarà però
speciale perché la giornata del 21 marzo è stata finalmente riconosciuta
come Legge.
Ogni 21
marzo, migliaia di liberi cittadini scendono in piazza contro le mafie e
per ricordare i 950 nomi delle vittime innocenti di mafia. Il ricordo è un
esercizio doveroso che deve servire da insegnamento affinché certi
episodi non accadano più. Il ricordo è importante, ma da solo non può bastare
se non accompagnato da un impegno civile quotidiano contro ogni sopruso e in
difesa dei più deboli.
Per fare
ciò occorre partire dalle scuole restituendo un ruolo centrale
all'istruzione come aveva capito molti anni fa lo scrittore Gesualdo Bufalino
secondo il quale "La mafia sarà vinta da un esercito di maestri elementari".
Insegniamo
la bellezza come gridava Peppino Impastato per fornire la gente dell'arma più
importante, insieme alla parola, contro la rassegnazione, la paura e l'omertà.
Non
voltiamoci dall'altra parte e non temiamo di disobbedire alle ingiustizie perché
come dice Max Wilbert: "Quando il compasso morale punterà verso il
pericolo, saremo pronti a non nasconderci".
Il 21
marzo non deve servire per ripulire le nostre coscienze, perciò torniamo a
usare il "noi" e facciamo in modo che ogni giorno sia sempre il 21
marzo.
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