Lunedì
13 marzo è iniziata alla Camera dei Deputati la discussione sulla legge del
biotestamento. Nella stessa giornata sono impazzate fotografie che ritraevano
l'aula della Camera semi-deserta. Numerosi anche gli articoli di testate giornalistiche autorevoli
che non si sono lasciate scappare l'occasione per scagliarsi contro
l'ipocrisia, presunta, dei politici di tutti gli schieramenti.
L'estrema
difficoltà in cui versa l'attuale società pronta a puntare il dito contro tutto
e tutti, però, dovrebbe imporre, quantomeno agli organi d’informazione, una
maggiore attenzione prima della pubblicazione di qualsiasi notizia.
Facciamo
quindi chiarezza su quanto realmente accaduto lunedì 13 marzo alla
Camera.
Il
lunedì è il giorno solamente prefissato per le discussioni generali delle
leggi alle quali non posso iscriversi tutti i parlamentari, ma soltanto alcuni.
Di ogni gruppo parlamentare, infatti, a seconda del numero dei membri che ne
fanno parte, possono iscriversi soltanto uno o due parlamentari. Solo ed
esclusivamente i parlamentari iscritti potranno prendere la parola, per un
tempo minimo, per esporre il giudizio del gruppo di riferimento emerso dalla
Commissione.
La
discussione degli emendamenti e le votazioni, invece, iniziano martedì con la
presenza di tutti i parlamentari.
Il
lunedì, inoltre, è anche giornata di Commissioni, il che significa che
alcuni parlamentari non erano in aula perché impegnati a discutere altri
temi. Nel caso specifico di lunedì 13 marzo, tra l'altro, erano in corso le
Commissioni I e II (Affari costituzionali e Giustizia) per discutere il
Decreto Legge Minniti sulla sicurezza.
Ci sono
poi parlamentari che, non essendo iscritti a parlare durante la discussione
generale e non facendo parte delle Commissioni convocate il lunedì, hanno
svolto normale attività istituzionale sul territorio.
Va bene
criticare la classe politica quando se lo merita, ma cerchiamo di restare
obiettivi senza cadere nella polemica gratuita che alimenta solo la confusione.
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