dal Bresciaoggi
di martedì 13 settembre 2016 (pag. 19)
BORGOSATOLLO. Il Comitato di via Brodolini esprime perplessità
«Usato il glifosato
a pochi giorni dalla messa al bando»
I sospetti sono diventati certezze. Nelle
operazioni di diserbo della porzione di parco di via Brodolini destinata ad
essere riconvertita in 16 orti sociali è stato utilizzato il glifosato.
La conferma è arrivata dal Comune di
Borgosatollo, dopo che nei giorni scorsi il Comitato di quartiere aveva chiesto
alla cooperativa Quadrifoglio, incaricata di effettuare i lavori, quali fossero
state le sostanze utilizzate. «Non potendo avere una risposta diretta dalla
cooperativa - spiega Andrea Grasso nella duplice veste di esponente della
Commissione comunale area dei servizi del territorio e membro del Comitato di
quartiere - abbiamo girato la richiesta all’ente locale che ha ammesso che
effettivamente la sostanza utilizzata nei primi giorni di agosto per ripulire
l’area del parco è proprio il controverso erbicida».
Si tratta di un prodotto potenzialmente
pericoloso, anche se non c’è ancora la certezza che sia cancerogeno. «Il
glifosato - precisa Grasso - di fatto brucia completa- mente tutte le sostanze
attive della piante, e la sua pericolosità è confermata dal fatto che il
ministero della Salute il 22 agosto ne ha vietato l’utilizzo nelle aree
agricole e in quelle destinate a verde pubblico, come parchi, giardini, campi sportivi
e zone ricreative».
Già, ma il prodotto «vietato», a
Borgosatollo è stato utilizzato una ventina di giorni prima dell’entrata in
vigore del decreto. «É evidente che le aziende che avevano i magazzini pieni
di glifosato hanno cercato di disfarsene il prima possibile», spiega Grasso. Ma
quello del potente fitofarmaco è solo l’ennesimo tassello di una vertenza «calda»,
che da mesi tiene banco a Borgosatollo. «Non siamo contrari agli orti sociali -
precisa Grasso -, ma sul fatto che vengano posizionati proprio qui. All’interno
del paese ci sono sicuramente soluzioni migliori e più idonee. Se l’intento del
Comune era quello di creare gli orti sociali vicino alle scuole, per
“coltivare“ un progetto di orto didattico, perchè allora non ci si è attivati
per promuovere una coltivazione biologica? E perchè ripulire l’area utilizzando
una sostanza potenzialmente pericolosa?».
INTANTO LA QUERELLE ha strascichi anche
in sede giudiziaria. Dopo che il Tar ha respinto la richiesta di interrompere i
lavori avanzata dal Comitato, «il 21 settembre il Tribunale sarà nuovamente
chiamato ad esprimersi davanti a tre giudici», spiega Grasso. Nel frattempo i
lavori, iniziati il 4 agosto con la recinzione dell’area e il diserbo, sono
stati momentaneamente interrotti. In attesa che i giudici decidano, una volta
per tutte, se l’insalata è destinata a crescere in via Brodolini oppure no.
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