dal Bresciaoggi
di giovedì 25 agosto 2016 (pag. 23)
Articolo di Cinzia Reboldi
BORGOSATOLLO. Continua il braccio di ferro sul parco di via Brodolini
Il Tar ha respinto la richiesta
di sospensiva del progetto
ma i residenti non demordono
«L’iter presenta anomalie»
«No» agli orti sociali in un
parco pubblico. Lo hanno ribadito
ieri i cittadini di via
Brodolini a Borgosatollo in
un incontro organizzato da
Andrea Grasso, commissario
comunale e membro del comitato
di quartiere «Il parco
di tutti non si tocca». Accanto a
lui Angelo Pola della commissione
1 del Comune e una
delegazione dei residenti che
attraverso l’avvocato Pietro
Garbarino ha presentato il ricorso
al Tar. Nella battaglia
di carte bollate il primo
round è stato vinto dall’Ammministrazione
civica. I giudici
amministrativi - in attesa
di esprimersi sul merito della
vertenza -, hanno respinto la
richiesta di sospensiva della
delibera di Giunta. «La mobilitazione
non è contro gli orti
sociali - precisa Grasso -, ma
sulla collocazione sbagliata.
Ciò che vogliamo mettere in
evidenza è il valore simbolico
che il parco rappresenta per
tutto il quartiere». L’area verde
di via Brodolini ha una storia
che risale ai primi anni
Novanta, quando era stata
utilizzata come discarica di rifiuti
edili provenienti dalle costruzioni della
zona. Il progetto
dell’esecutivo dell’epoca
prevedeva la realizzazione di
un parcheggio, e fu allora che
i residenti si rimboccarono le
maniche: pulirono il terreno,
lo piantumarono e lo dotarono
di impianto di irrigazione.
«Siamo consapevoli che il
parco necessita di una riqualificazione
- spiega Grasso -,
ma questo deve avvenire attraverso
la collocazione di
nuove strutture per bambini
e anziani, panchine e giochi,
che invece dal 2009 ad oggi
sono state tolte ogni volta che
c’era la necessità di destinarle
ad altre aree del paese». Il
dissenso dei residenti non riguarda
solo via Brodolini,
«ma tutte le aree verdi del
paese - spiega Grasso -: non
si valorizza un parco privatizzandolo
e diminuendo la sua
fruibilità pubblica».
«Concordiamo con l’esecutivo
sul fatto che gli orti sociali
debbano essere collocati in
una zona centrale - gli fa eco
Angelo Binosi, portavoce dei
residenti -. Per questo non ci
siamo limitati a dire no, ma
abbiamo elencato delle alternative,
ma le risposte sono
state tutte negative».
Secondo le famiglie di via
Brodolini, anche le tempistiche
evidenziano delle anomalie.
«L’analisi del terreno è
stata effettuata ai primi di
maggio dalla Indam, che ha
consegnato i referti il giorno
21 - afferma Pola -. Solo il 30
maggio la Giunta ha deliberato
l’approvazione a procedere
con le analisi e la scelta del
parco di via Brodolini. Il primo
giugno è stata convocata
la cittadinanza per annunciare
la scelta. Praticamente
una posizione decisa a tavolino
e presentata quando ormai
i giochi erano fatti».
«LE ANALISI del terreno, seppur
con i valori nella norma,
evidenziano la presenza di
metalli pesanti, e quindi di sostanze
nocive. Ha senso coltivarci
ortaggi? - si chiede Angelo
Pola -. Bisognerà anche
capire cosa è stato usato per
diserbare il terreno, visto che
il regolamento comunale vieta
l’utilizzo di sostanze chimiche
e anticrittogamici».
Il braccio di ferro, insomma,
continua. «La scelta dellla
Giunta e va nella direzione
della riqualificazione sia del
parco che del quartiere - precisa
l’assessore alla Cultura
Marco Frusca -. Sono stati
già installati nuovi giochi, tavoli
e panchine in un parco
ormai abbandonato da tempo
e sottoutilizzato. Siamo attenti
alle esigenze del quartiere
e abbiamo messo in campo
un progetto importante,
come quello degli orti sociali,
proprio per rivitalizzarlo. Posizione
condivisa dal giudice,
visto che non ha ritenuto di
sospendere i lavori, neanche
in via precauzionale». Lavori
fermi dall’inizio di agosto
«sia per i tempi tecnici dettati
dal diserbo che per l’attesa
della sentenza del Tar sulla
sospensiva», spiega Frusca.
Ma che adesso potrebbero riprendere.
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