Sono le 19:10 di lunedì 25 luglio e ho da poco scattato questa
fotografia che ritrae alcuni ragazzi giocare in un parco, alcuni sull'altalena
e altri a pallone usando gli alberi come porta da calcio trasformando l'area
nel loro piccolo stadio.
Scrivo queste righe perché l'area verde in questione è
l'ormai noto parco di via Brodolini, dove l'Amministrazione comunale ha deciso
di fare gli orti sociali.
E' meglio che si divertano ora quei ragazzi che stanno giocando
a pallone perché tra qualche giorno non potranno più farlo perché gli orti
sociali sorgeranno, forse, proprio tra gli alberi usati come porta da
calcio.
Con questa foto voglio affermare il concetto che io e altri
cittadini abbiamo provato a far capire più volte: il progetto degli orti
sociali è più che valido, ma la collocazione non può e non deve essere un
parco, nemmeno per valorizzarlo. Sì, perché un parco non si valorizza
privatizzandolo diminuendo la sua fruibilità pubblica, ma si valorizza
inserendo nuovi giochi o panchine che nel corso degli ultimi anni, invece, sono
state sistematicamente rimosse.
I parchi sono parchi e basta, sono fatti per giocarci e
rilassarsi, non per essere coltivati a insalata, pomodori e carote.
Ribadisco all'Amministrazione l'appello sottoscritto
da quasi cento residenti: esistono altre aree verdi pubbliche dove fare gli
orti sociali, ripensateci.
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