Di seguito la lettera relativa agli orti sociali scritta in risposta alla lettera aperta alla cittadinanza inviata dall'amministrazione e pubblicata in data 16/06/16 sul Giornale di Brescia e Bresciaoggi nella sezione "Lettere al Direttore".
In risposta alla lettera aperta alla
cittadinanza inviata dall’Amministrazione in data 9/6/16, vogliamo fare alcune
precisazioni. Siamo cittadini che credono fortemente nei valori della
democrazia ed è per questo che prima di giungere all’assemblea pubblica indetta
dall’Amministrazione, abbiamo cercato la via del dialogo presentando una
lettera corredata da una ventina di firme attraverso la quale si chiedeva un
incontro per spiegare le ragioni del nostro dissenso in merito alla
collocazione degli orti sociali presso il parco di Via Brodolini.
Durante l’assemblea pubblica abbiamo fornito
una cronistoria dettagliata del parco di Via Brodolini, da quando l’area era
utilizzata come discarica dell’edilizia, fino alla nascita di un gruppo di
cittadini che hanno deciso di impegnarsi per donare ai residenti un’area verde
comune che diversamente sarebbe diventata un parcheggio. Un intervento non
casuale ma fondato su dati storici e concreti.
Nella lettera dell’Amministrazione siamo
stati accusati di volerci impadronire di un bene pubblico, cosa che però non è
vera perché non ci riteniamo proprietari del parco essendo pubblico e di tutti.
Ciò che noi vogliamo porre in evidenza è il valore simbolico che il parco
rappresenta per tutti quei cittadini del quartiere che nei primi anni novanta
lavorarono per tre anni con le loro mani e i loro soldi per regalare a tutta la
cittadinanza uno spazio verde pubblico.
Contestiamo, inoltre, la scelta del parco in
questione perché se è vero che gli orti sociali migliorano l’assetto urbano, è
anche vero che, come accaduto per esempio a Brescia in zona Poliambulanza, i
terreni scelti non dovrebbero essere spazi già pubblici ma aree inutilizzate
che, tra l’altro, esistono a Borgosatollo.
Concordiamo con l’Amministrazione sul fatto
che gli orti sociali debbano essere collocati in una zona centrale del paese,
per questo non ci siamo limitati a dire no, ma abbiamo anche elencato altre
aree verdi, sempre centrali al paese, dotate di sistemi d’irrigazione e che più
si addicono allo scopo.
Siamo nuovamente d’accordo con
l’Amministrazione quando scrive che il parco merita una riqualificazione.
Secondo noi, però, la riqualificazione può passare soltanto dal posizionamento
di nuove strutture per bambini e anziani, come scivoli, altalene e panchine che
dal 2009 a oggi, invece, sono state tolte dall’Amministrazione e destinate ad
altre aree. La sistematica rimozione
delle sopra citate strutture ha contribuito all’allontanamento di molti bambini
rendendo il parco meno partecipato.
Dalla lettera si evince poi che
l’Amministrazione avrebbe verificato con specifiche analisi la qualità del
terreno. Vivendo quotidianamente il quartiere e il parco, non ci risulta che
siano mai state eseguite analisi e ci viene difficile credere che la qualità
del terreno sia buona essendo stato a suo tempo una discarica. Su questo
specifico punto abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti, per cui ci
riserviamo ulteriori approfondimenti.
In conclusione, ribadiamo il concetto che il
nostro dissenso non riguarda solo il parco di Via Brodolini, ma si tratta di un
pensiero più ampio secondo il quale nessun parco deve essere limitato della sua
dimensione pubblica.
Andrea Grasso (membro Commissione Territorio
e Ambiente)
Angelo Binosi e Salvatore Vella (residenti
quartiere Brodolini)
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