Domenica 17 aprile, noi tutti siamo
chiamati alle urne per il referendum sulle trivelle. Andare a votare sarà
fondamentale non solo per la riuscita del referendum, ma soprattutto perché c'è
in gioco la nostra salute e quella di tutte le generazioni future. Sì, perché
l'ambiente appartiene a tutti e ognuno di noi ha il compito di salvaguardarlo.
Il referendum in questione chiede che se
vogliamo fermare i giacimenti in
attività lungo le coste italiane quando scadranno le loro concessioni.
Votare è semplice, basta porre una croce
sul SI' se si vuole impedire la costruzione di nuove trivelle, oppure sul NO se
si è favorevoli.
Io voterò convintamente SI' per le
seguenti ragioni:
1)
L'estrazione di petrolio non serve al nostro fabbisogno energetico.
Infatti, la trivellazione non
risolverà i nostri problemi energetici visto che le riserve certe nei mari
italiani equivalgono a 6-7 settimane di consumi nazionali di petrolio e 6 mesi
di gas.
2)
Occorre ripensare a una seria politica energetica.
Non è più possibile insistere sulle energie
fossili, è necessario investire sulle energie alternative e rinnovabili.
Investire risorse sulle rinnovabili vuol dire creare migliaia di posti di
lavoro e contribuirebbe a diminuire l'inquinamento;
3)
Danni ambientali enormi.
Il Mare Adriatico e il Mar Mediterraneo non
sono mari aperti, perciò un eventuale danno comprometterebbe irrimediabilmente
l'ecosistema marino.
4)
Rischi per la fauna.
Per la scansione dei fondali viene
utilizzato l’air gun, spari di aria compressa che generano onde che “leggono”
il sottosuolo. Alcuni cetacei e alcune specie di pesce vengono danneggiati con
lesioni e perdita dell’udito a causa dell’air gun.
5)
Votare è un mio diritto e dovere.
Votare è un diritto/dovere acquisito grazie
alla lotta di tanti nostri nonni che hanno anche sacrificato la loro vita.
Inoltre,
come diceva Paolo Borsellino: "Il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano."
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