Per
un padre che perde la figlia, forse non si può parlare di giustizia, ma una
cosa è certa: i diritti di Eluana Englaro sono stati calpestati e ora non si
tratta più di un'opinione ma di una sentenza del TAR scritta nero su bianco. La
Regione Lombardia, infatti, è stata condannata a risarcire la Famiglia Englaro
per non avere dato la possibilità al padre Beppino di esaudire la richiesta
della figlia, ossia staccare i macchinari che la tenevano in vita
artificialmente. I genitori di Eluana furono così costretti a recarsi presso la
clinica "La Quiete" di Udine e ora, per questa ragione, la Regione
Lombardia governata all'epoca da Formigoni è stata condannata.
Scrive
il TAR: “In ragione di ciò la vita familiare, già sconvolta da fondamentali e
radicali cambiamenti dello stile di vita, è stata ulteriormente turbata
dall’ostruzionismo della Regione Lombardia: si è impedito quindi al ricorrente
di dare seguito alla volontà della figlia di non continuare a vivere quello
stato di incoscienza permanente, essendo stata accertata con le più volte
citate pronunce giurisdizionali – rese sia in sede civile che amministrativa e
passate in giudicato – l’incompatibilità di uno stato vegetativo con lo stile
di vita e i convincimenti profondi riferibili alla persona, correlati ai
fondamentali diritti di autodeterminazione e di rifiutare le cure”.
La
battaglia civile per riconoscere a ogni cittadino il diritto sul proprio fine vita
è ancora lunga e tanti altri ostacoli dovranno essere affrontati, ma grazie a
questa sentenza si lotterà con qualche speranza in più.
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