Il 25 aprile è la Festa della Liberazione e se oggi possiamo
festeggiarla, o anche avere la libertà di non farlo, è grazie a chi durante la
seconda guerra mondiale durante il dominio nazi-fascista ha scelto di lottare
per difendere i diritti e la libertà di un intero popolo. Grazie quindi ai
partigiani, tutti, uomini e donne, che in modi diversi hanno combattuto e
resistito e hanno aiutato le truppe Alleate e liberare l'Italia.
Ma oggi esistono ancora i partigiani, nel vero e proprio senso
del termine, coloro che hanno scelto con coraggio da che parte stare?
Io dico sì e il primo pensiero non può che ricadere sul mio
grande amico Gianluca Maria Calì. Un cittadino come tanti, lavoratore e padre
di famiglia, ma con una "grande colpa": essere onesto in un mondo di
disonesti.
La storia di Gianluca l'ho già raccontata qualche anno fa (Gianluca Maria Calì, una vita contro Cosa Nostra) quando
lo conobbi per la prima volta, ma non mi stancherò mai di parlare di lui e
del suo impegno.
Gianluca ha una forza di vita che mai ho visto in altre persone,
ma purtroppo in quest'ultimo periodo è stato chiamato a lottare
ancora, un'altra ennesima volta. Stavolta però, il "nemico" non è la
mafia, ma colui che dovrebbe difenderti: lo Stato e la sua burocrazia.
Gianluca Maria Calì, è stato riconosciuto dallo Stato nei primi
giorni di Marzo "vittima di mafia", e quindi ha il diritto di
ottenere una sospensione degli oneri tributari (l. 44/1999) e di un
risarcimento in base ai danni quantificati subiti. Ora si trova in crisi
economica dovuta ai vari attentati alla sua concessionaria di Casteldaccia ed è
alle prese con pignoramenti dei suoi beni da parte dell’agenzia delle entrate
che potrebbero costringerlo a chiudere definitivamente tutte le sue attività.
Nonostante ciò, da parte dello Stato non sono ancora arrivati né la
sospensione degli oneri e nemmeno una parte del risarcimento dovuto come prevede
la legge.
Dopo aver resistito ai duri colpi della mafia, Gianluca rischia
di cedere per l'inadeguatezza di un sistema burocratico arretrato che non
difende i suoi cittadini migliori, ma gli complica la vita.
In merito a questa situazione è stata presentata
un'interrogazione a risposta scritta che ora è al vaglio degli organi
parlamentari competenti, ma c'è anche una petizione online che è possibile
firmare per sostenere Gianluca e provare a rompere il muro di silenzio che
ruota attorno a quest’assurda vicenda.
La petizione potete trovarla qui e vi invito a mandarla ai vostri contatti.
Caro amico Gianluca, sarò sempre con te, con la tua famiglia e a
fianco della tua lotta di liberazione da tutte le mafie!!