giovedì 28 maggio 2015

28 Maggio 1974, la strage impunita di Piazza Loggia

Più di quarant'anni d'inchieste e processi senza colpevoli. Brescia però non dimentica quanto accaduto e chiede giustizia, specialmente per le persone che in quel tragico giorno persero la vita:

Giulietta Banzi Bazoli (34 anni – insegnante), Livia Bottardi Milani (32 anni – insegnante), Euplo Natali (69 anni – pensionato), Luigi Pinto (25 anni – insegnante), Bartolomeo Talenti (56 anni – operaio), Alberto Trebeschi (37 anni – insegnante), Clementina Calzari Trebeschi (31 anni – insegnante) e Vittorio Zambarda (60 anni – operaio).

A loro, come ogni 28 maggio, va il mio pensiero.

venerdì 15 maggio 2015

Dimissioni immediate per Belloli. Le donne meritano rispetto

Carta canta e stavolta anche in modo pesante. Felice Belloli, Presidente della Lega Nazionale Dilettanti della quale fa parte anche il Dipartimento Calcio Femminile, durante una riunione tenutasi lo scorso 5 marzo ha pronunciato delle parole molto pesanti contro le donne che giocano a calcio. La frase, riportata nel verbale reso pubblico da SoccerLife.it, é la seguente: "Basta non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche".
Come giusto che sia, in queste ore si sta scatenando la protesta delle ragazze sui social network chiedendo maggiore rispetto e le dimissioni immediate di Belloli.

Da appassionato del calcio femminile e da collaboratore del Brescia Femminile mi sento in dovere di scrivere ciò che penso perché con alcune "di queste donne" ho condiviso dei bei momenti sportivi e vedo quanto impegno e passione ci mettono ogni giorno.
Utilizzare un termine che indica l'orientamento sessuale per insultare una persona è molto grave e denota ignoranza e insensibilità da parte di chi pronuncia certe parole.
L'aspetto ancor più negativo è che queste parole sono state pronunciate da chi dovrebbe difenderle, promuovere il loro sviluppo e garantire i loro diritti. 
Il Presidente Belloli, che poi bisognerebbe capire se merita di essere chiamato Presidente, ha mancato di rispetto alle 11.000 atlete ma soprattutto ha mancato di rispetto alle tante donne che ogni giorno compiono enormi sacrifici e lottano contro tanti pregiudizi per affermare il loro diritto di essere considerate al pari degli uomini. 

Spesso definisco il calcio femminile come uno sport rivoluzionario e puntualmente sono deriso. Dopo questo bruttissimo episodio penso sia doveroso che ogni persona che ha a cuore la battaglia sui diritti, si mobiliti e mostri il proprio sdegno lottando al fianco di queste ragazze che chiedono soltanto rispetto.

La strada è certamente lunga e in salita, per questo è importante non lasciarle sole.