dal Bresciaoggi di sabato 21 dicembre.
Articolo di Maurizio Toscano
DESENZANO. Dibattito col docente Giorgi e con Grasso (Rete
Antimafia) dopo l’allarme del procuratore nazionale
«Qui i clan fanno affari con tutti
a prescindere dal colore
politico Una direzione non è stata ancora aperta per motivi economici»
Maurizio Toscano
Il dato più preoccupante, secondo Antonino Giorgi, docente alla
Cattolica di Brescia e tra i maggiori esperti di mafia, è «quello di percepire
che molte aziende in odore di legami con la criminalità non si nota- no, sono
invisibili». È il quadro socioeconomico della riviera del Garda, dove le infiltrazioni
di ndrangheta e mafia rappresentano ormai un fatto reale con prospettive fu-
ture affatto rassicuranti, come hanno poi sottolineato lo stesso Giorgi e il
suo collega di Rete Antimafia di Brescia, Andrea Grasso, intervenuti l’al- tra
sera al dibattito organizza- to dalla Cgil - Camera del Lavo- ro di Brescia,
con il patrocinio del Comune di Desenzano.
L’INCONTRO pubblico avvenuto in territorio desenzanese assume
particolare valenza in considerazione dell’allarme mafia lanciato dal
procurato- re nazionale Franco Roberti: «Dalla Bassa al Garda il pericolo è
rappresentato dalle sofisticazioni finanziarie». Per questo si torna a parlare
di un centro Dia nel distretto giudiziario bresciano.
Per quanto riguarda la nostra provincia, tra i 124 beni
confiscati ben 30 sono aziende: questo dà la misura di co- me e quanto la
criminalità calabrese, siciliana e con altri «marchi» sia particolarmente
dinamica e penetrante. Ma c’è anche un problema di lavora- tori.
Come ha notato Luciano Pedrazzani della Cgil (con lui era- no
presenti anche Donatella Cagno, della Funzione Pubblica, e Antonella Gallazzi,
del Sindacato Pensionati), «alme- no 80 mila lavoratori, molti dei quali anche
nella nostra provincia, sono sulla strada: quindi, grazie al progetto di legge
d’iniziativa popolare per la riattivazione del lavoro in queste aziende chiuse,
che ha cominciato il suo iter nei giorni scorsi in Parlamento, si potrà dare
una risposta a questi lavoratori».
Una prima risposta alla massiccia penetrazione della mafia sulla
riviera gardesana potrebbe arrivare, ha detto Grasso, «dall’annuncio del
capo della Procura Nazionale Anti- mafia, Roberti, che ha auspica- to
l’apertura di una sezione della Dia che andrebbe ad affiancarsi alla Dda con
sede a Brescia».
«PER LE INDAGINI e gli approfondimenti - ha continuato Grasso -
si deve ricorrere spesso agli agenti della sede di Mi- lano, con una serie di
problematiche: noi riteniamo che il problema per cui finora non si sia aperta a
Brescia la direzione investigativa antimafia sia economico». Parlando di tipo-
logia di mafie, Antonino Giorgi ha, invece, sottolineato co-
me la «ndrangheta sia quella più aggressiva, feroce e impenetrabile,
dato oggettivo origi- nato dalla matrice familiare del clan». «Nella nostre
zone, inoltre, questi elementi criminali hanno l’obiettivo del potere e del
denaro, pur non avendo alcun colore politico e facendo affari con tutti: dalla
Lega alla sinistra, passando per il centrodestra», ha aggiunto Giorgi.
Cosa fare, dunque, per fronteggiare questo grave pericolo? «Non
negarne la sua presenza e fare gruppo tutti», ha risposto il docente.
Nessun commento:
Posta un commento