domenica 4 agosto 2013

La Rete Antimafia di Brescia è con Giulio Cavalli


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Un incidente stradale. Così doveva morire Giulio Cavalli, attore e scrittore da anni impegnato a contrastare la mafia a suon di risate con i suoi spettacoli teatrali, colpevole di essere uno "scassaminchia che non si faceva i cazzi suo". 
A raccontare il piano di morte ideato dalla 'ndrangheta è Luigi Bonaventura, pentito ed ex boss della cosca 'ndranghetista Vrenna-Bonaventura di Crotone. 
Luigi Bonaventura descrive il tutto in ogni particolare. Giulio Cavalli sarebbe dovuto restare ucciso in un incidente stradale, investito da un mezzo pesante (una jeep o un camion rubati), in una strada concordata, in modo tale da far ricadere la colpa ad un pirata della strada. Un piano studiato e preciso perchè dietro la morte di Giulio Cavalli non doveva esserci l'ombra della 'ndrangheta per evitare che potesse diventare un martire.
L'attentato avrebbe dovuto essere eseguito in un momento ben definito. La 'ndrangheta infatti era a conoscenza del fatto che, a causa di una mancata comunicazione tra Lodi e Roma, Giulio Cavalli rischiava seriamente di perdere la scorta restando senza alcuna protezione. 
Come Rete Antimafia di Brescia siamo molto legati a Giulio e per questo raccogliamo l'invito, che lui stesso ha lanciato, a parlare della sua storia per proteggerlo.
Noi della Rete Antimafia di Brescia siamo con Giulio!! 

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