"Siamo entrati nella stanza della verità ma l'abbiamo trovata al buio" - Antonio Ingroia
La storia d'Italia è stata più volte segnata da eventi tragici e drammatici. Penso alla strage di Piazza Fontana a Milano, a quella della Stazione di Bologna, Portella della Ginestra, Piazza della Loggia e tante altre. Ognuna di queste stragi resta ad oggi irrisolta. Irrisolte come le vicende sanguinose dei primi anni '90, che hanno segnato il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Il 23 maggio 1992 morivano Giocanni Falcone, la moglie Giovanna Morvillo e gli agenti della sua scorta. Dopo soli 57 giorni l'amico/fratello Paolo Borsellino veniva barbaramente ucciso, fatto saltare in aria con un'enorme quantità di semtex (non il classico tritolo utilizzato dalla mafia, ma bensì un esplosivo militare). Con Paolo Borsellino, quel giorno, persero la vita anche gli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Fabio Li Muli, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina. Sono trascorsi 20 lunghi anni da allora, ma i familiari delle vittime stanno ancora attendendo di conoscere la verità su quanto accadde davvero in quei terribili 57 giorni. Il giudice Borsellino è stato ucciso perchè venne considerato un ostacolo per la trattativa Stato-mafia. Una trattativa, come accertato dalle sentenze, condotta da alti esponenti delle Istituzioni e dai boss di Cosa Nostra dell'epoca. Una trattativa terminata o ancora in atto? Il pm Ingroia sostiene che siamo ancora al buio, ma una flebile speranza a tutte le persone che chiedono a gran voce la verità la stanno fornendo proprio i magistrati Ingroia, Di Matteo, Scarpinato e Gozzo che, seppur da diverse Procure, stanno lavorando per fare luce su quanto avvenne in quei terribili mesi.
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