19 organizzazioni coinvolte, oltre 100 comitati locali e un migliaio di volontari impegnati per sei mesi su tutto il territorio nazionale. Ecco i numeri di quante associazioni e quanti cittadini hanno partecipato alla campagna nazionale promossa dal comitato “L’ITALIA SONO ANCH’IO” per presentare due progetti di legge di iniziativa popolare riguardanti una nuova riforma del diritto di cittadinanza che preveda che anche i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari possano essere cittadini italiani e una nuova norma che permetta il diritto elettorale amministrativo ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da cinque anni.
Dopo sei mesi di eventi, dibattiti, manifestazioni e banchetti per raccogliere le 50 mila firme necessarie per chiedere due referendum popolari, finalmente si può festeggiare. Infatti, la campagna è stata molto partecipata, tant’è che le firme raccolte e presentate, alla Corte di Cassazione hanno superato quota 110 mila. Precisamente: 109.268 firme per la cittadinanza e 106.329 firme per il diritto di voto.
Fantastico! I cittadini italiani si schierano in favore dei diritti di cittadinanza e di voto degli immigrati!
Il 14 febbraio, durante il Consiglio Regionale della Lombardia, anche la Lega Nord ha voluto dare il proprio contributo alla causa, presentando il “Progetto Harlem”, un progetto di legge che va all’attacco dei commercianti extra-comunitari, dai kebabbari ai parrucchieri, dai centri massaggi ai gestori take-away, e che ovviamente è stato approvato.
Una legge targata Carroccio e, seppur con grande malcontento, votata anche dal PDL che limiterà le attività commerciali di extra-comunitari.
Il nome scelto è: “Legge Harlem”, per ricordare la lotta al degrado dell’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani. Con l’approvazione di questa legge, le amministrazioni comunali avranno il potere di vietare l’addensamento di negozi extracomunitari. Nella relazione d’introduzione, il progetto è presentato come uno strumento utile per impedire la creazione di quartieri ghetto, che secondo il relatore Massimiliano Orsatti, creano sempre più problemi ai sindaci e alle forze dell’ordine.
D’ora in avanti, se un extra-comunitario vorrà aprire un’attività commerciale in quella terra inesistente chiamata “PADANIA” dovrà esporre le informazioni commerciali nella nostra lingua (quella italiana o il dialetto locale?) ma soprattutto dovrà dimostrare di conoscere la grammatica italiana. Chi non sarà a conoscenza della nostra storica lingua dovrà frequentare un corso di italiano gestito dal Comune (anche se la legge non stanzia fondi ai Comuni per l’organizzazione di corsi linguistici).
Una legge, come sottolineato dal Consigliere Regionale Giulio Cavalli, che utilizza la discriminazione come unico ingrediente per combattere la paura.
Ancora una volta la Lega Nord non si smentisce e mostra la parte più xenofoba e razzista di sé.
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