giovedì 22 marzo 2012

Brescia e la prostituzione


Se n’è parlato venerdì sera, presso la Camera del Lavoro di Brescia, durante la presentazione del libro: “Marciapiedi – La prostituzione nella Brescia contemporanea”. Presenti al tavolo di discussione, coordinato da Andrea Grasso, c’erano: Carlo Alberto Romano (autore del libro e docente di criminologia), Fernando Scarlata (coordinatore del comitato antimafia di Brescia “Peppino Impastato”), due volontarie del gruppo Imp-Sex e la Consigliera Comunale di Brescia, Donatella Albini.


Durante l’interessante serata organizzata dalla Rete Antimafia di Brescia, si è scoperta una Brescia capitale del sesso a pagamento. Un fenomeno, quello della prostituzione, che si è amplificato negli anni ed ora è sfociato in un’emergenza sociale.
Nel corso degli anni si è fatto ben poco per arginare il problema. 
In Italia, infatti, non esiste una vera e propria norma legislativa centrata sul fenomeno della prostituzione. Esistono solamente dei regolamenti comunali che però non risolvono il problema ma si limitano ad arginarlo, spostando le ragazze vittime di questa atroce realtà da una strada di centro città ad una strada di periferia.
Come precisa il professore Carlo Alberto Romano, il problema è di natura culturale. Secondo una ricerca nazionale infatti, sono 10 milioni gli italiani che fanno ricorso al sesso a pagamento almeno una volta o due all’anno. Un dato davvero grave, quasi un italiano su due. Ancora più grave se si analizza la componente dei “clienti”: più di un quinto rientra nella categoria fra i 18 ed i 25 anni. Altro dato che tristemente è doveroso analizzare è l’età delle ragazze schiave della prostituzione: quasi il 70% sono under 30, di queste un terzo è di età inferiore ai 22 anni.
Un problema culturale ed una debolezza di molti uomini italiani che vengono sfruttati dalla criminalità organizzata, come sottolinea Fernando Scarlata: 
"Al giorno d’oggi le mafie agiscono su più fronti, quindi non più solo nel traffico di stupefacenti e di armi ma anche nel racket della prostituzione. Le mafie cercano sempre nuove strade per perpetrare i loro traffici illeciti e così accade anche per il racket della prostituzione. I gestori di questo traffico possono contare sulla gestione delle “ballerine” all’interno dei night e sulla complicità di albergatori o immobiliaristi che cedono i propri appartamenti per ospitare ragazze costrette a prostituirsi". 
Sempre secondo Fernando Scarlata le cause di questo fenomeno sono l’elevata richiesta da parte dei clienti ed il legame con il traffico di stupefacenti. Le mafie straniere (albanese, russa, cinese e nigeriana) che gestiscono tale fenomeno non sono autonome ed operano sul territorio italiano, in questo caso a Brescia, con l’autorizzazione delle mafie locali. In cambio di questa concessione le mafie straniere cedono armi e droga a quelle locali. In chiusura Fernando Scarlata racconta brevemente come i malavitosi fanno perno sulla scarsa condizione culturale delle ragazze che vengono addescate, minacciandole con riti vodoo.
Le due ragazze del gruppo Imp-Sex hanno invece parlato a cuore aperto della loro esperienza diretta sulla strada con le prostitute, anzi amiche e sorelle, perché la loro missione è dare qualcosa da bere e da mangiare, ascolto, sostegno e aiuto gratuito.
Prima del dibattito con il pubblico, attento ed interessato, la Consigliera Comunale Donatella Albini, ginecologa da anni impegnata nella difesa dei diritti delle donne, ha raccontato alcune esperienze personali. La Consigliera Albini ha poi concluso lanciando una frecciata all’amministrazione comunale, chiedendosi come si può pensare di risolvere il problema culturale quando anziché sostenere l’istruzione e la formazione, si preferisce finanziare un parcheggio sotto il Castello di Brescia.

Leggi l'articolo anche sul sito della Rete Antimafia di Brescia

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