Scritto
e pubblicato
su
fanpage.it
La Cassazione ha stabilito che dovrà tenersi un nuovo processo a
carico di Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte. Rigettati, invece, i ricorsi nei confronti di Francesco Delfino e Delfo Zorzi.
La Cassazione ha riaperto la vicenda della Strage di Piazza
della Loggia ribaltando quanto deciso due anni fa dalla Corte d'Assise
d'appello di Brescia. Nell'aprile del 2012, infatti, i principali imputati
della Strage furono assolti con formula dubitativa dai giudici della sezione di
Brescia. Una sentenza beffarda che chiuse di fatto il processo consegnando
quella tragica mattina del 28 maggio 1974 alla storia e come se non bastasse,
oltre all'assoluzione, le parti civili furono anche condannate a pagare le
spese processuali. Numerose inchieste e sentenze nell'arco di quasi
quarant'anni non avevano ancora reso giustizia ai famigliari delle vittime e a
tutta la città di Brescia, fino alla sentenza emessa venerdì 21 febbraio dalla
Corte di Cassazione. La Cassazione, infatti, ha stabilito che le responsabilità
di due degli imputati, Maurizio Tramonte e Carlo Maria Maggi, dovranno essere
accertate da un nuovo processo. Sono stati rigettati, invece, i ricorsi nei
confronti di Francesco Delfino e Delfo Zorzi.
Il Procuratore Generale della Cassazione, Vito D'Ambrosio, dopo
la sentenza d'assoluzione del 2012, aveva chiesto l'annullamento della sentenza
dichiarando di voler ricorrere alla Cassazione: "Verrebbe meno la mia
coscienza di cittadino se non chiedessi alla Corte di colmare, con gli
strumenti che ha a disposizione, le lacune di una sentenza che non può essere
accettata". Vito D'Ambrosio ha sempre ben espresso la sua posizione
sugli imputati. Secondo il Procuratore Generale non ci sono dubbi: Carlo Maria
Maggi, medico veneziano che all'epoca della Strage era a capo
dell'organizzazione fascista "Ordine Nuovo" nel Veneto, fu l'ideatore
e il mandante della strage di Piazza della Loggia, Maurizio Tramonte, uomo
vicino al Sid, è stato un informatore dei Servizi Segreti, Daniele Zorzi è
colui che ha procurato l'ordigno, e infine Francesco Delfino, all'epoca dei
fatti era comandante del Nucleo investigativo dei carabinieri di Brescia,
sapeva della strage imminente e l'ha assecondata.
La sentenza emessa dalla Cassazione ha annullato anche la
condanna di pagamento delle spese processuali ai danni delle parti
civili.
Al termine della sentenza i parenti delle vittime sono
soddisfatti e nonostante la vicenda duri ormai da moltissimi anni, possono
tornare a sperare che la verità emerga una volta per tutte.
Adesso non resta che
attendere le motivazioni della Corte di Cassazione e il nuovo processo a carico
di Maggi e Tramonte. A distanza di quarant'anni, una delle pagine più brutte
della Repubblica Italiana resta ancora senza risposte ma stavolta si può
tornare a credere nella giustizia.
Nessun commento:
Posta un commento